
Anello solitario: storia e caratteristiche del gioiello simbolo dell’amore
La nascita dell’anello di fidanzamento si perde nella notte dei tempi: si dice che sia stati inventato dagli antichi egizi e adottato dai greci. Sappiamo con certezza che nell’antica Roma le donne usavano portare anelli di avorio, selce, rame e ferro per dimostrare sentimenti e legami d’amore.
Il primo anello solitario con diamante viene fatto risalire al 1477 quando l’arciduca d’Austria Massimiliano I lo regala alla futura moglie Maria di Borgogna. Si usa portare l’anello di fidanzamento all’anulare della mano sinistra perché all’epoca si riteneva che lungo quel dito scorresse una vena che portava direttamente al cuore.
Il solitario con diamante: caratteristiche
Il solitario è l’anello di fidanzamento per eccellenza, simbolo di amore eterno. La versione iconica è indubbiamente in oro bianco con un solo diamante: resistente, duraturo e inscalfibile, rappresenta al meglio un legame “indistruttibile”. Il diamante solitario rappresenta l’amore rivolto verso una sola persona. Il taglio a brillante ovviamente non è l’unico: possono essere utilizzati tagli a smeraldo, a cuscino, ovale a Marquise. La dimensione della pietra è indubbiamente un aspetto che chi regala l’anello deve tenere presente ma in un anello solitario anche la montatura gioca un ruolo determinante. Ciò che contribuisce molto alla bellezza di questo gioiello è il modo in cui viene incastonato: i diamanti, infatti, non brillano di luce propria ma riflettono la luce che li attraversa restituendola agli occhi di chi li ammira.

La montatura del diamante nel solitario
La montatura può essere diversa a seconda delle esigenze e del gusto. La più classica è la montatura a quattro griffes meglio nota come “Valentino”: evergreen di questo anello, è quella che più si presta ad esaltare il diamante perché permette alla luce di attraversarlo molto facilmente. Si potrebbe pensare che sia poco consona a pietre di notevoli dimensioni ma ovviamente la struttura delle griffes è proporzionata alla dimensione della pietra. Le griffes possono ridursi a tre ma l’anello perderebbe di simmetria, mentre è sconsigliabile l’utilizzo di due sole griffes perché poco sicure. Per gemme particolarmente grandi si possono anche utilizzare castoni da cinque o sei griffes. Nella scelta dell’anello solitario quello che conta non sono solo le caratteristiche proprie della pietra ma anche il tipo di incastonatura.

Anelli solitari e personaggi famosi
Di solitari di fidanzamento son piene le cronache rosa di tutte le epoche: a taglio smeraldo, baguette, brillante, a pera, a goccia tutti sono stati visti alle dita di personaggi dello showbiz. Anelli famosi di fidanzamento hanno attraversato i rotocalchi rosa e suscitato l’invidia di molte lettrici. Uno dei più famosi, perché legato anche alla nobiltà, è senza ombra di dubbio lo zaffiro regalato dal principe Carlo D’Inghilterra all’allora Lady Diana Spencer, attualmente indossato dalla nuora Kate. L’amore di Elizabeth Taylor per i gioielli è noto e proprio per questo motivo anche gli anelli di fidanzamento non potevano che essere degni di nota. Tra gli otto matrimoni il solitario più famoso è quello che ricevette da Richard Burton dall’incredibile valore di nove milioni di dollari. La lista è lunga ed il vecchio adagio sembra ancora vero: l’amore può affievolirsi fino a svanire ma un diamante è per sempre.