ANELLO SERPENTE, COSA RAPPRESENTA E COME INDOSSARLO

ANELLO SERPENTE, COSA RAPPRESENTA E COME INDOSSARLO

Un serpente avvolto nelle proprie spire. Una figura ipnotica e affascinante, che non a caso ha una presenza stabile nel mondo della gioielleria, a partire dal famoso anello serpente. Ma qual è il significato di questo gioiello? E per quale motivo l’anello presente occupa da sempre un posto d’onore all’interno delle vetrine delle migliori gioiellerie?

 

IL SIGNIFICATO DELL'ANELLO SERPENTE

Per capire il fascino dell’anello serpente è necessario comprendere quanto la figura di questo animale sia stata centrale nelle più diverse culture dell’antichità. Da sempre infatti questo particolare rettile squamato ha stimolato l’immaginario umano, diventando uno dei protagonisti della mitologia e del folklore dei popoli. Come è noto, nel racconto biblico del Paradiso Terrestre la serpe dell’Eden è la rappresentazione del diavolo tentatore, che va per l’appunto a ingannare Eva con la promessa della conoscenza proibita. É dunque il simbolo del male, ma anche dell’astuzia: nella Genesi si legge infatti che “il serpente era il più astuto di tutte le fiere dei campi che il Signore Dio aveva fatto”. Ma la religione giudaico-cristiana non è certo l’unica a contare il serpente nei propri testi. In diversi popoli di epoche differenti è presente per esempio il simbolo dell’uroboro, ovvero del serpente che si morde la coda, formando così un cerchio senza inizio e senza fine. A simboleggiare, solitamente, il potere che divora e che rigenera sé stesso, nonché la natura ciclica delle cose. In certe mitologie, l’uroboro finisce per essere il simbolo dell’eternità, dell’immortalità e della perfezione.

 

Il serpente stesso, peraltro, ha la capacità di rigenerarsi, cambiando la propria pelle in un processo d’evoluzione che, certamente, aveva colpito le popolazioni antiche. Non è un caso se nella cultura egizia il serpente finisca per rappresentare sia una divinità benefica, sia una divinità delle tenebre. Negli antichi testi indiani, invece, il serpente rappresenta l’elemento divino presente in ogni persona, un elemento che assicura un’energia misteriosa e potenzialmente velenosa ma che, se gestita nel modo giusto, permette di migliorare la propria vita.

IL SERPENTE NELLA GIOIELLERIA

Da quanto detto, non stupisce che il serpente sia diventato uno dei simboli maggiormente presenti nel mondo della gioielleria, tra gli anelli e non solo. A spingere in tal senso, oltre ai molteplici significati e alle tante suggestioni provenienti dai miti e dalle religioni, furono – e sono – anche la sinuosità della forma di questo animale.

La lunga tradizione di anelli a serpente ebbe inizio nell’epoca Vittoriana. L’iniziatrice fu proprio lei, la regina Vittoria, che, come è noto, governò per ben 63 anni, 7 mesi e 2 giorni: solo il regno di Elisabetta II, la sua trisnipote, è stato più lungo. Durante questi lunghissimi anni sul trono, la regina Vittoria influenzò fortemente le arti, la moda e sì, anche la gioielleria. Nel caso dell’anello serpente, tutto cominciò con la scelta della regina di ricevere dal principe Alberto, ovvero dal suo marito, un anello a serpente in oro e arricchito da uno smeraldo. La regina Vittoria da quel momento in poi indossò l’anello serpente quotidianamente, così da rendere famoso questo gioiello in tutto il mondo. Questa particolare forma di anello non ha mai cessato di affascinare, con i vari artisti gioiellieri a rielaborarla e a riproporla.

Sono tante le maison che, nelle proprie collezioni, hanno proposto e propongono degli anelli a serpente, da Bulgari in poi.

 

Bulgari, in particolare, ha adottato la simbologia del serpente non solo negli anelli, ma anche negli orologi, con la collezione Bulgari Serpenti, diventata la quintessenza dello stile della maison: opulente varianti zoomorfe dove la testa del rettile, disegnata per nascondere il quadrante, si veste di pietre preziose.

L’esuberante creatività di Bulgari ha poi trasportato il simbolo del serpente in seducenti collezioni di gioielleria, dove collane, bracciali e orecchini offrono strabilianti interpretazioni dell’iconico design.

 

L'ANELLO A SERPENTE DI BOUCHERON

Tornando agli anelli, non può non citare classico anello serpente di Boucheron, concepito la prima volta nel 1878 da Federico Boucheron per la propria sposa Gabrielle, coniando un modello che restò sostanzialmente immutato per oltre un secolo. Con quel gioiello il fondatore della maison desiderava simboleggiare l’amore che lo legava alla compagna, donandole un gioiello in grado di proteggerla durante la sua assenza. Non stupisce quindi di trovare ancora oggi l’iconografia del serpente come emblema del brand: un serpente è infatti presente anche nel monogramma di Boucheron, arrotolato attorno alla lettera B.

Ma non solo: la collezione Boucheron Serpent Bohème è ormai una di quelle collezione diventate mito e icona: il serpente della casa parigina muta pelle, ma l’anima rimane sempre la stessa. La continua innovazione, accompagnata dalla maestria orafa, dall’arte della cesellatura, hanno fatto sì che la collezione Serpent Boheme sia sempre riconoscibile nonostante le mutazioni avvenute nel corso degli anni, anche grazie alla costante del metallo nobile scelto dalla maison. L’oro, nelle varianti giallo e rosa, è infatti la materia prediletta: scolpito in piccole sfere e scaglie, come nell’iconico modello Serpent Boheme a doppio soggetto.

Negli ultimi anni, la collezione si è arricchita di modelli caratterizzati da un ricco e vivace cromatismo, come il Serpent Boheme a triplo soggetto, in oro bianco, con diamanti e la straordinaria gemma Aquaphase. Un’ulteriore dimostrazione di quanto ricco e fervido sia l’immaginario legato agli anelli serpente.

 

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